Il mercato europeo degli appalti pubblici e la concorrenza dei Paesi terzi (19 dicembre, Torino)
Nel discorso allo Stato dell’Unione del 10 settembre 2025, la Presidente della Commissione
europea Von der Leyen ha annunciato l’introduzione di un criterio per il «made in Europe» negli
appalti pubblici, in riferimento alle energie pulite.
In realtà, già da tempo l’Unione europea ha riconsiderato la posizione di apertura incondizionata
dei propri mercati degli appalti ad operatori di Paesi terzi non aventi stipulato accordi di apertura
dei propri mercati.
La Direttiva 2014/24 Ue – in attuazione della quale è stato approvato il Codice dei contratti
pubblici (D.Lgs. 36/23) – contiene alcune disposizioni che limitano la partecipazione delle
imprese di Paesi Terzi agli appalti pubblici, recentemente interpretate dalla Corte di Giustizia in
modo molto estensivo.
Il Regolamento (UE) 2022/2560 relativo alle sovvenzioni estere distorsive del mercato interno
consente alla Commissione europea di indagare sulle sovvenzioni concesse dai paesi terzi alle
imprese attive nell’UE e di affrontarne gli effetti negativi sul mercato unico dell’Unione, impedendo
la partecipazione agli appalti pubblici alle imprese di Paesi Terzi che non dimostrino di non aver
ricevuto sovvenzioni pubbliche.
Il Regolamento (UE) 2022/1031 relativo allo strumento per gli appalti internazionali — IPI
dell’Unione mira a promuovere la reciprocità nell’accesso ai mercati internazionali degli appalti
pubblici. In attuazione di tale regolamento, la Commissione europea ha già deciso di escludere le
imprese cinesi dagli acquisti pubblici dell'UE di dispositivi medici superiori a 5 milioni di euro.
Questa misura fa seguito alla prima inchiesta nell'ambito dello strumento per gli appalti
internazionali (IPI) e consente l'aggiudicazione di non più del 50 % dei fattori produttivi
provenienti dalla Cina, come peraltro già stabilito dall’articolo 170 dell’attuale codice dei contratti
pubblici.
Il convegno intende diffondere, sia tra gli operatori economici che tra le stazioni appaltanti, la
consapevolezza di queste nuove misure e, più in generale, del nuovo orientamento UE in relazione
alla partecipazione di imprese di Paesi Terzi agli appalti pubblici. Al tempo stesso, le nuove
disposizioni proteggono anche le imprese UE da discriminazioni nell’ambito di appalti banditi da
paesi Terzi.